venerdì 2 settembre 2016

Tre riconoscimenti nazionali per il romanzo “Il serpente e la rosa”


Tre riconoscimenti letterari nel giro di pochi mesi. 
Mai avrei potuto sperare in un risultato così bello de "Il serpente e la rosa".

A maggio ho saputo di aver vinto la “Menzione d'onore” al Concorso Sant'Ambrogio, terza tappa del Torneo Unicamilano, alla  cui premiazione, con grande dispiacere, non ho potuto partecipare.

 

Ancora più bello e inaspettato è stato il successo al XXVIII Premio internazionale di poesia e narrativa “Val di Magra - Roberto Micheloni” di Aulla.
Il 19 luglio ho aperto la buchetta della posta e mi sono trovata di fronte una delle lettere più belle della mia vita. 
Veniva da Aulla, un piccolo centro tra Liguria e Toscana...

 

Millecinquecento anni dopo la sua morte Caterina Sforza ha conquistato anche quei territori.
Non con un esercito, ma con la forza della scrittura... 
Insieme ci siamo guadagnate il “Premio romanzo storico”. E per me è una soddisfazione che non riesco a descrivere.
La premiazione è prevista per il 4 settembre e non vedo l'ora, perchè sarà la mia prima in assoluto.

Ma le sorprese belle in questa lunga estate non erano ancora finite.
Il 9 agosto ho saputo che il romanzo era arrivato in finale anche al Concorso letterario “Caterina Martinelli” e pochi giorni fa che... l'ha addirittura vinto.
PRIMO PREMIO ASSOLUTO.
Ho letto queste parole mentre ero con i miei bimbi nella biblioteca dei ragazzi della mia città e non dimenticherò mai la mia gioia riflessa negli occhi di Davide, rimasto senza fiato nell'apprendere che mi daranno una coppa.

E così posso dire che "Il serpente e la rosa" sta avendo davvero un consenso trasversale e che sta abbracciando tutta la penisola: da Milano ad Aulla fino a Roma, dove ritirerò il premio Martinelli nella seconda metà di ottobre.




Sono particolarmente onorata nell'aver vinto proprio questo concorso perchè è stato indetto quattro anni fa per ricordare la figura di una donna coraggiosa come Caterina Martinelli che venne uccisa dai fascisti con la figlia appena nata in una mano e una pagnotta nell’altra.
La madre, cadendo sulla piccola, le lesionò la spina dorsale.
Una storia terribile, che però va ricordata, perchè non accada mai più nulla di simile.

Io cercherò di continuare a dare vita alle donne del passato perchè spesso la storiografia le trascura.
Intanto ringrazio Caterina e Bianca che, giorno dopo giorno, continuano a farmi vivere un sogno a occhi aperti.